GIORNATA INTERNAZIONALE DELL’INFERMIERE: STIAMO TUTELANDO LA “SPINA DORSALE” DEL SISTEMA SANITARIO?

Oggi, 12 maggio si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale dell’infermiere, nello stesso giorno in cui cade l’anniversario della nascita di Florence Nightingale, fondatrice dell’infermieristica moderna.
Gli infermieri svolgono un ruolo chiave nel sistema sanitario, l’importanza del ruolo di questi professionisti è stata sottolineata in piena pandemia dall’allora direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus con questo inequivocabile inciso: “Gli infermieri sono la spina dorsale di qualsiasi sistema sanitario“.

Le cronache quotidiane ci raccontano però di una situazione di generale sofferenza di questi professionisti con aggressioni quotidiane, soprattutto nei sempre più affollati Pronto Soccorso.
Una rilevazione effettuata da otto università, con l’Università di Genova, effettuata sugli infermieri che hanno subito violenze fisiche o verbali mette in luce che rispetto ai circa 5mila casi denunciati in un anno ce ne sono 26 volte di più, circa 125.000, non registrati. Ancora più grave è che per il 75% sono violenze che coinvolgono donne e che nel 40% circa dei casi si è trattato di violenze fisiche.

Le aggressioni sono il doloroso sintomo di una situazione complessa: modelli organizzativi non adeguati, mancato efficientamento del workflow e della comunicazione con i parenti (un aspetto questo che non può essere in tutto e per tutto delegata al solo personale).

Tornando alla domanda iniziale, stiamo quindi tutelando a sufficienza la “spina dorsale” del sistema Sanitario? Sembra proprio no, per affrontare il problema e necessario intervenire con soluzioni ad hoc studiate e implementate “sul campo”.
Come?
Il modulo di Pronto soccorso e sicurezza operatori di TapMyLife si concentra sugli aspetti fondamentali che creano criticità nell’area del PS grazie ad una evoluta una piattaforma di:

– monitoraggio, tracciabilità e gestione del flusso (accoglienza – triage – visita – visita specialistica/diagnostica – dimissione/ricovero)
– gestione della chiamata di emergenza localizzata per il personale contro i crescenti fenomeni di aggressione e monitoraggio dei varchi non presidiati
– gestione dello stato di occupazione delle barelle e con visualizzazione su mappa delle barelle libere e loro precisa localizzazione
comunicazione automatica ai familiari dell’area in cui si trova in quel momento il proprio caro (e degli eventuali trattamenti in corso) con app dedicata ai care giver

Tutte le informazioni, anonimizzate e per flussi, sono storicizzate e assicurano dati certificati sul movimento pazienti, disponibilità elettromedicali e barelle, statistiche e informazioni utili alla governance ospedaliera per migliorare il servizio in tutti i suoi aspetti.
Il presupposto di fondo è che se si interviene sulle cause che portano all’escalation della tensione (affiancando opportuni moduli di allarme geolocalizzato con panic button per gli operatori) e si monitorano strumenti e flussi con attenzione anche alla comunicazione con i parenti, il fenomeno delle aggressioni è destinato a diminuire in modo drastico.

Monitoraggio dei flussi, localizzazione, sicurezza, comunicazione: queste le quattro parole chiave per garantire maggior tutela alla “spina dorsale” della nostra sanità.
I dati raccolti in questi anni di attività testimoniamo che l’introduzione dei sistemi di Sicurezza e tracciabilità in Pronto Soccorso (così come nelle altre aree “critiche” degli ospedali) portano sia a una maggiore efficienza dei reparti che ad un deciso aumento degli standard di sicurezza per il personale.
Siamo certi che seguendo queste linee guida il numero delle aggressioni sia destinato a diminuire. L’auspicio è che ci sia davvero la volontà di riconoscere il ruolo del personale infermieristico tutti i giorni, non solo il 12 maggio di ogni anno.