Accordo sul fondo sanitario nazionale 2020: un’occasione da non sprecare

L’annuncio del presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Stefano Bonaccini riguardo all’accordo per lo stanziamento del fondo sanitario 2020 è un segnale di grande imposrtanza per il futuro del Paese e per l’efficacia dei servizi territoriali rivolti ai cittadini.
Il Servizio sanitario nazionale per il 2020 – spiega infatti il presidente Bonaccini – viene finanziato complessivamente con più di 116 miliardi di euro, compresi obiettivi di piano e quote vincolate, di questi oggi sono stati ripartiti tra le Regioni oltre 113 miliardi, tra fabbisogno sanitario standard e quote di premialità.
Per il 2020, quindi, le Regioni hanno ripartito in totale 113,360 miliardi di euro di cui 113,069 miliardi di fabbisogno standard e 291,648 milioni di premialità aggiornata in conseguenza dell’aumento del Fondo di 2 miliardi di euro come stabilito dalla Legge di Bilancio 2019».

Ma come investire queste risorse? Può essere questa davvero un’occasione per innovare e rendere più moderni, accessibili e efficienti i nostri ospedali?

Noi crediamo di si!

I nostri ospedali necessitàno certamente di maggiori risorse che vadano a colmare quel gap che si è manifestato con drammatica evidenza nel periodo peggiore dell’emergenza Covid ma siamo anche certi che per lavorare meglio, un aggiornamento tecnologico dei processi e degli assets sia un investimento imprescindibile per rendere le nostre strutture, già eccellenti dal punto di vista medico e sanitario, sempre più performanti anche dal punto di vista tecnologico e gestionale.

Da qui può e deve partire un ripensamento di alcuni processi che porti la Sanità italiana verso una modernizzazione che permetta di contenerne i costi di sola gestione delle strutture e liberare risorse da dedicare alla ricerca, al personale medico e infermieristico all’accoglienza dei cittadini che si trovino a confrontarsi con cliniche e ospedali.

Crediamo che sia questa la strada maestra per far sì che i finanziamenti si trasformino in investimenti utili e produttivi per il futuro del nostro sistema sanitario. Il rischio è altrimenti quello di spendere risorse preziose in opere che siano destinate cercare di risolvere con gli stessi schemi alcuni problemi del passato che, beninteso, vanno certamente affrontati ma rispetto ai quali non può esserci alcuna concreta soluzione senza investire sul futuro. Sarebbe un errore gravissimo che peserebbe sul PIL del Paese in termini economici forse quanto una pandemia.

Questi mesi hanno cambiato la percezione della Sanità nel suo complesso, ora dobbiamo essere capaci di non deludere le aspettative dei nostri cittadini.