In uno studio pubblicato su MedRxiv, prestigiosa rivista on line di scienze della salute, alcuni ricercatori hanno valutato la capacità del più noto sistema di Intelligenza artificiale di effettuare ragionamenti clinici, testandone le prestazioni sull’esame di abilitazione medica degli Stati Uniti che copre una grande varietà di argomenti (ragionamenti clinici, gestione medica, bioetica ecc.).
Delle 376 domande del test (disponibili sul sito ufficiale dell’USMLE), i ricercatori ne hanno sottoposte al Sistema 305, escludendo quelle che contenevano elementi visivi (immagini cliniche, fotografie mediche) e assicurandosi che i contenuti non fossero indicizzati su Google prima del 1° gennaio 2022 (ultima data accessibile al dataset di formazione della piattaforma di Intelligenza artificiale).
Il Sistema ha ottenuto un’accuratezza pari o superiore al 60%, ovvero avrebbe superato l’esame di abilitazione all’esercizio della professione medica nella maggior parte delle analisi (un risultato sorprendente considerando che si tratta del primo esperimento a raggiungere questo benchmark).
Per quanto riguarda le capacità di implementazione del processo di apprendimento umano, le risposte di del bot di Intelligenza artificiale sono state altamente concordanti, tanto che un discente umano poteva facilmente seguire il linguaggio interno, la logica e la direzionalità delle relazioni contenute nel testo della spiegazione.
Ne conseguono un’elevata concordanza interna e una bassa autocontraddizione, indicatori di un solido ragionamento clinico e importanti parametri della qualità delle spiegazioni.
Possiamo quindi dire che i nuovi bot di Intelligenza Artificiale possiedono la capacità parziale di insegnare medicina, facendo emergere concetti non ovvi che potrebbero essere al di fuori della sfera di consapevolezza degli studenti?
L’intelligenza Artificiale potrebbe diventare uno strumento che facilita l’esercizio della professione medica e dare spunti creativi nella diagnosi e cura delle patologie?
In realtà già lo è: viene ampiamente utilizzata per l’analisi delle immagini radiologiche per determinare la presenza di patologie.
Il risultato qualitativo di questi test è però una base incoraggiante anche per futuri studi sull’efficacia dell’IA generativa come strumento per aumentare il processo di formazione medica umana e le performance dell’Intelligenza Artificiale nella diagnostica.
Sicuramente al di là di quanto ipotizzabile per il prossimo futuro, già oggi l’intelligenza artificiale con sistemi di visione automatica ci permette di incidere sulla qualità del monitoraggio di pazienti critici o disorientati, ad esempio con un controllo diffuso e attivo dei degenti con semplici telecamere installate nelle stanze dei pazienti “a rischio”.
Gli algoritmi di AI di TapMyLife sono in grado cogliere e valutare gli indici di monitoraggio remoto anticipando l’invio dell’allarme all’operatore più vicino grazie a segnali predittivi di possibili alzate letto, scivolamenti o addirittura estubazioni.
Come sia possibile valutare l’efficacia di questi sistemi è davvero semplice: la contenzione fisica dei pazienti viene sostituita dal monitoraggio attivo e il rischio di incidenti si riduce drasticamente.
L’intelligenza artificiale è quindi una disciplina che sta già generando valore aggiunto per i pazienti (e risparmio di risorse per le strutture di assistenza).
Noi lavoriamo per un futuro in cui l’AI sia paragonabile alla laparoscopia o alla chirurgia robotica mininvasiva, una modalità di lavoro che aiuti i sanitari a svolgere in modo più efficace, veloce e sicuro il proprio lavoro, fornendo spunti di miglioramento che, uniti all’insostituibile intelligenza umana, incidono profondamente nell’efficientamento dei processi di analisi, monitoraggio e cura dei degenti.

