WORLD ALZHEIMER’S DAY: COME PRENDERSI CURA DEI PAZIENTI FRAGILI

In Italia si stima soffrano di demenza oltre 1,2 milioni di persone: nel 60-70 per cento dei casi, si tratta di Alzheimer. Proprio all’Alzheimer è dedicata la Giornata mondiale che si celebra il 21 settembre di ogni anno.
Al di là del lungo percorso per arrivare ad una terapia efficace contro questa malattia e dei lenti ma continui progressi nella ricerca farmacologica non si può ignorare la tematica dell’assistenza degli ospiti definibili come fragili, ovvero con lieve o importante declino cognitivo. Questo tipo di patologie, hanno un impatto purtroppo devastante sull’equilibrio non solo del malato ma, di riflesso, anche dei caregiver e dei familiari in genere.
I due fenomeni più tipici del declino cognitivo, sia esso dovuto a demenza primaria o secondaria, sono certamente il Wandering, il vagabondaggio e l’affaccendamento, ovvero l’ossessivo compimento di attività senza alcun apparente fine logico.
In entrambe i casi la persona ammalata necessita di un vera e propria opera di tutoraggio, un angelo custode che prevenga le attività potenzialmente pericolose (es. fuga con disorientamento) e che vigili in modo discreto (ma costante) il suo movimento.
Vanno quindi implementati i servizi di assistenza personalizzata 24/24 che garantiscano a questi pazienti SICUREZZA , ACCUDIMENTO TECNOLOGICO, e che li AIUTINO A MANTENERE UNA CONNESSIONE ATTIVA CON I FAMILIARI. Dove non arriva la memoria, un diario giornaliero automatico basato sulla posizione e condiviso con il caregiver può essere lo strumento per alimentare una conversazione, scambiare impressioni ed emozioni, riaccendere ricordi. (La passeggiata in giardino, la fisioterapia, il pasto o lo spettacolo in sala riunioni).
Il tracciamento di movimenti, aree in cui l’ospite si è soffermato e tempi e modi con cui l’ha fatto restituisce inoltre una serie di parametri sull’andamento della malattia che possono fornire al personale medico e di assistenza DATI CERTI sullo stato di benessere generale dell’ospite residente e sulla sua malattia che, ricordiamo, va trattata con un approccio certamente scientifico ma avendo cura di cercare di non perdere le abilità residue.
Concentrarsi su ogni singolo ospite grazie ad un “Angel Care” tecnologico può davvero fare la differenza, per monitorare e proteggere la persona affetta da demenza che per i familiari che riescono a seguirne quotidianamente le attività e a mantenere così vivo il senso di appartenenza alla comunità familiare del proprio caro. Questa è la sfida: PROTEGGERE e MANTENERE QUOTIDIANE CONNESSIONI con i familiari anche quando l’ospite della clinica, della RSA o della RSD deve necessariamente passare periodi più o meno lunghi in cliniche protette. La cura prima o poi arriverà, lo speriamo tutti, ma sappiamo che ci vorranno purtroppo anni. Nel frattempo dobbiamo cercare di utilizzare al meglio la tecnologia per proteggere chi ci ha cresciuto, accudito e amato, senza isolarlo. Tutti lo vorremmo ma purtroppo nessuno o quasi può dedicare l’intera giornata all’assistenza, non è sostenibile, non è sano per il malato e per il caregiver e si espone inoltre il proprio caro a rischi inaccettabili.

Stare vicini a un malato di Alzheimer o demenza è un atto di amore grandissimo ma la malattia va monitorata e gestita da professionisti. La cura dei fragili è un percorso a ostacoli in cui personale delle strutture e familiari devono stringere una salda alleanza. Noi crediamo che un maggior utilizzo di strumenti di ehealth possa costituire un costruttivo collante tra famiglie e residenze. Uno strumento e un metodo che ci permetterà di vivere con maggiore serenità il soggiorno dei nostri cari nelle strutture sanitarie.