Ricoveri programmati dimezzati nel 2020: il necessario rush dell’healthcare

Covid, ospedali, sanità, resilienza in pandemia e uscita dalla fase acuta. Le prossime sfide dell’healthcare sono già attuali ancor prima di essere davvero usciti dall’emergenza.
I dati dell’analisi realizzata dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) insieme al Laboratorio Management e Sanità (MeS) della Scuola Superiore Sant’Anna confermano gli effetti indiretti della pandemia. E sono dati che allarmano e preoccupano per le conseguenze che porteranno nei prossimi mesi. Catastrofe inevitabile? forse no ma la Sanità è certamente di nuovo di fronte a nuove minacce.
Partiamo dall’impressionante flessione dei dati sui ricoveri programmati: tra marzo e giugno 2020 in Italia c’è stata una riduzione del -49,9% rispetto agli stessi mesi del 2019, un sostanzale dimezzamento con punte addirittura di oltre -70% in alcune regioni del sud.
Mammografie ridotte del 30% a livello nazionale, con punte del 40% in Sardegna e Calabria e del 37% nella Provincia Autonoma di Trento, e un calo del 22% dei ricoveri per ictus ischemico con punte del 54% in Valle d’Aosta e di quasi il 50% in Molise.
Cio che ci si deve aspettare è dunque un aumento delle ospedalizzazioni per mancata prevenzione o per aggravamento di patologie esistenti. E’ l’onda di risacca del Covid da cui non dobbiamo farci travolgere ed è bene già da ora, pensare a un sistema sanitario capace di aumentare le performance. Ma come tornare a correre e garantire prestazioni non più differibili? La risposta è un rush in investimenti organizzativi e tecnologici, strumenti lean che diano ai pazienti risposte concrete e al personale sanitario l’occasione di uscire da una situazione di emergenza permanente.
Dopo ogni crisi, o meglio dopo ogni guerra (e il Covid certamente lo è stata) si impone un cambio dei paradigmi e un’innovazione dei sistemi.
Le strutture più moderne hanno già reagito alla difficoltà di erogare i servizi sanitari di base, intensificando gli investimenti in ingegnerizzazione dei processi, intelligenza artificiale in terapia intensiva, Data analysis, utilizzo delle tecnologie digitali in Sanità. Tutti strumenti che già hanno ampiamente confermato il potenziale di efficientamento non solo dei processi assistenziali e terapeutici, ma soprattutto delle prassi organizzative e operative che interessano e incidono sull’intero sistema.
Una tendenza che destinata a crescere in futuro, alla luce delle iniziative di stanziamento di investimenti per la Sanità come, ad esempio, il programma europeo Next Generation EU.
Quanto tempo/uomo e risorse possono essere risparmiate con strumenti come l’efficientamento dei blocchi operatori?
Quanto possono essere ridotti i carichi di lavoro con strumenti di sorveglianza attiva dei pazienti?
Quanto potrà aiutarci insomma l’e-health nei prossimi mesi?
Noi siamo convinti che ci sia molto da fare ma che l’onda di risacca non ci travolgerà.